GIUSEPPE PARINI – DE SANCTIS – 1729-1799 - Classici UTET.
GIUSEPPE PARINI – DE SANCTIS – 1729-1799 - Classici UTET.
Metastasio fu l'ultimo poeta della vecchia letteratura, Parini fu il primo poeta della nuova.
Pittore inconscio di una società aristocratica e feudale nelle apparenze e nei modi, ma intimamente corrotta, oziosa, femminile e volgare, materia idillica, elegiaca e comica sotto veste eroica, Metastasio sul suo trono di Vienna era inconscio spettatore di una trasformazione sociale e letteraria, che portava diritto alla rivoluzione.
Centri attivi di questa trasformazione erano Napoli, Venezia, Torino, e soprattutto Milano.
Il centro più attivo era Milano. Beccaria proponeva una riforma del codice penale. Pietro Verri suggeriva riforme economiche e amministrative. La poesia divenne un facile meccanismo, una merce volgare, l'accompagnamento monotono di nascite, morti, nozze... alla portata dei più mediocri.
Udite Gaspare Gozzi:
I poeti son oggi salmonei,
Che imitan Giove nel rumor dé tuoni.
La poesia è lampi e nuvoloni...
Cantate solo quando il cor si desta:
Non vi spremete ognor concetti e sali...
Paion belli gli stili rattoppati
Di più pazze figuree tropi stran.
Io dico: meglio parlano i villani,
Che non hanno Aristoteli studiati.
Chi vuol ben favellar, vada alla scuola
Di semplici villani e villanelle,
Le quali dicon quel che han nella gola...
Ogni pensier fra loro ha sua parola,
Senza tante metafore e novelle.
Queste erano le idee anche del Goldoni, del Passeroni... Non mancavano le idee, mancava l'uomo nuovo.
Goldoni non aveva la forza, perché l'uomo era in lui accademico. Sento dire: l'arte per l'arte; massima vera o falsa, secondo che la s'intende. Chi ha l'opera d'arte da fare richieda l'artista vero!
E lo scopo dell'arte, è che sia arte, verissimo. -
- La Riflente spazia creando Armonia sferica, il bello del Vivere...-
Uno degli uomini più onesti di quel tempo era Giancarlo Passeroni. Era senza iniziativa, un carattere idillico, come Metastasio, Goldoni. La sua poca virilità è manifesta nella sua “Vita di Cicerone”... Un giorno s'incontra con un povero abate che viveva copiando carte d'avvocati, come Rousseau copiava carte di musica. Il bravo Passeroni fiutò nell'abatino l'uomo d'ingegno, strinse con lui amicizia, era menbro dell'Accademia dei Trasformati, presentò a quel consesso di letterati il suo nuovo amico, l'abate Parini.Questo fu il suo primo ingresso nella vita pubblica. Copiava carte, faceva lezione in casa Borromeo e Serbelloni, scriveva prose e versi, fu socio dell'Accademia e scrisse rime per gli Arcadi. L'abatino zoppicante, graciletto, figlio di contadino, portava dai monti della Brianza la schiettezza e la forza nativa.Da giovinetto era stato un cattivo scolaro, non capito... Nei ritagli di tempo ritornava alle sue care letture, conversando con Virgilio, Orazio, Plutarco, Dante, Berni e Ariosto. Sentendosi in armonia con loro e nell'essere maestro di se stesso!
Capì che viveva in una società falsa, e la letteratura faceva pandan. Quindi bisognava rifare l'uomo.
Quando si vide dal bisogno tirato dentro a quel mondo falso, lo studiò non come letterato o filosofo, ma come uomo. Così entro nell'Accademia dei Trasformati, e cominciò a trasformarli. C'era il fiore della cultura milanese, il Tanzi, il Balestrieri, il Verri, il Beccaria, il Baretti, il Passeroni. Vi si sentì come in casa sua, trovò le sue idee e il suo linguaggio. Non regnava lì Virgilio o Dante, ma Voltaire, Rousseau e D'Alambert.
Parini è il primo poeta della nuova letteratura, un uomo, che ha dentro di sé un contenuto vivace e appassionato, religioso, politico e morale. Fa tesoro di nuove idee attraverso Dante, Virgilio... Concepisce la libertà come Catone, la moralità come Fabrizio e Cincinnato, e ciò che genera non è solo la sua idea, è la sua fede e la sua vita. E la sua virtù la dona pura in Riflente, per il popolo...
La “Vita rustica “ è un saggio delle sue poesie, da sembrare postate lì come prefazione alle sue composizioni. Il poeta sa volgere le spalle al mondo, ritirarsi ai colli natii, contento e fiero:
Me non nato a percotere
Le dure illustre porte,
Nudo accorrà, ma libero,
Il regno della morte.
No, ricchezza né onore
Con frode o viltà
Il secol venditore
Mercar non mi vedrà.
Colli beati e placidi
Che il vago Eupili mio
Cingete con dolcissimo
Insensibil pendio,
Dal bel rapirmi sento
Che natura vi diè,
Ed esule contento
A voi rivolgo il pié.
La sua freschezza è oro, libertà e regole, responsabilità, diritti e doveri, legge con giustizia, uguaglianza con virtù, in una società conforme alla ragione e alla natura, dove in tutte le cose c'è il senso del limite e della misura = DEMOCRAZIA pratica, Immanenza Utopica...
Rimase dunque spirito solitario, e come Dante in contraddizione col suo secolo... Quando ci vuole sbugiarda, biasima, sia il vecchio o il giovane e guarda avanti all'ordine dei secoli... Da trovarlo nella “MUSICA”, e i quella cara ode a Silvia, dove flagella la moda < alla ghigliottina >.
Parini è di tutta perfezione, perché tutto è in lui armonia e limite. Il suo orgoglio è senza superbia,
è il più bel tipo di filosofo. Ti par tanto lontano da te e l'ammiri, se ti sta vicino ti sorride, e l'ami.
A Milano mancava l'artista, quando uscì il “MATTINO” tutti s'inchinarono. Era comparso l'Artista!
Padre di questa letteratura è Giuseppe Parini, il cui elogio si può fare in poche parole: in Lui l'Uomo valeva più che l'artista, d'inchinarsi riverente innanzi a questo grande Uomo della nuova Italia tanto vantata e appena abbozzata.
PARINI Giuseppe
L'apertura mentale
si sposa con Dante
in POEFILOPOLI:
Poesia, Filosofia, Politica...
La Rivolta Culturale del 68
è stata ingabbiata e giocata...
I poeti in Riflente
non sono ascoltati...
I Vati del Popolo
non son ammessi
dalle fazioni
che si arrogano il sapere!
“Nessuno è Profeta in Patria”
Lorenzo Pontiggia il Poeta marylory