Una giornata di Ivan Denissovic – Solgenitsin

Pubblicato il da Lorenzo Pontiggia il poeta Mary Lory

 

Una giornata di Ivan Denissovic – Solgenitsin

 

Come al solito, all'alba, alle cinque, ci fu la sveglia. All'adunata mancava un'ora e mezza, (tempo nostro non dello Stato).< Forza marinai! Trenta sotto zero, certo!... Per non dire quaranta!>.Allora Sciukhov pensò di marcar visita...

I prigionieri infreddoliti si preparavano a far passare la giornata lavorando come muli per ricevere la biada...

Al pozzo c'era tanto di quel ghiaccio che il secchio passava a fatica e al ritorno fumava tanto da poter immergere le mani per scaldarsi...

Sciuchov vide Tsezar che fumava (era quel fortunato che aveva la famiglia che gli mandava frequentemente pacchi, ma lui aveva scritto alla moglie di non mandargli niente per non togliere alcunché ai ragazzi); così pensò alla cicca che avrebbe avuto dall'amico, tanto da sembrargli più preziosa della libertà; ciò, perché in questo campo di lavoro nessuno è mai arrivato alla fine della condanna. Si terminano i dieci anni ed eccotene altri dieci. Oppure ti schiaffano in esilio.

Quello che c'è di bello in un campo di lavori forzati è che hai tanta libertà, cosicché puoi riempirtene la pancia... Da non dover invidiare nessuno o soffermarsi ad aspirare a ricchezze altrui...



Un libro duro che mette a fuoco il periodo stalinista con l'augurio che non ritorni più...



Lorenzo Pontiggia



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