Dott. J. FINZI-B. Compendio di PSICHIATRIA–Repetita Juvant-Bene sapere.Hoepli1899-

Pubblicato il da Lorenzo Pontiggia il poeta Mary Lory

 

Dott. J. FINZI-B. Compendio di PSICHIATRIA–Repetita Juvant-Bene sapere.Hoepli1899-

 

MORFINISMO – monografia del Levinstein, 1987

Quando per un dolore qualsiasi, per una neuralgia, per insonnia, per depressione di umore, per fenomeni isterici ecc. un medico comincia a fare metodiche iniezioni di morfina ad un paziente, egli lo espone al pericolo di una grave malattia mentale, e commette un'azione che potrebbe essere giustamente contemplata dal codice penale. La cessazione del dolore, la soddisfazione, il benessere, lo stato di perfetta lucidezza mentale, vivacità di fantasia, senso di leggerezza e di forza nei muscoli, prodotti dall'ebbrezza morfinica, sono attrazione potente verso il veleno, il quale diventa sempre più necessario e sempre più appassionatamente cercato.

Il paziente comincerà a ricorrere a sotterfugi, a bugie; ingannerà, ruberà anche, se serve procurarsi la morfina. Dal momento che il medico gli ha lasciato la siringa, permettendogli di farsi da sé le iniezione, il suo destino è fissato: egli sarà morfinomane.

L'azione paralizzante che la morfina ha sulla sfera psico-motoria, accompagnata dal senso di benessere rende i malati inerti: sognano e fantasticano lieti fin che dura l'azione della morfina e la attività pratica non si risveglia se non quando, succeduta la prostrazione, l'irrequitezza, i dolori, l'ottusità psichica..., sentono il bisogno di nuova morfina.

L'umore pertanto subisce delle alternative notevoli: l'attitudine al lavoro psichico è molto limitata e alterata; la necessità imperiosa del veleno non fa vergognare i malati di fronte a qualsiasi immoralità: sicché in complesso il loro carattere subisce un profondo mutamento.

La memoria diventa vacillante, il sonno scarso e inquieto. Il malato ha parestesie e perfino allucinazioni (tattile, cenestetiche); tremore, atassia, deliqui. Gravi disturbi gastrointestinali, stato generale di nutrizione scadentissimo.

La prognosi di un tale stato, è sempre molto seria. L'esito letale può sopraggiungere improvviso (lesioni cardiache, renali, collasso), o essere lentamente preparato dall'esaurimento.

La diagnosi si fonda su molteplici punti: sui fenomeni propri dell'avvelenamento: miosi, inappetenza ecc. sulle tracce delle iniezioni. La prostrazione con la caratteristica irrequietezza, che si alterna con la serena vivacità, deve far sospettare l'intossicazione.

L'anamnesi e i fenomeni dell'astinenza sono tutti i sintomi stessi dell'affezione, molto gravi.

Il pericolo del collasso è da tenersi sempre d'occhio appunto nella cura, la quale naturalmente consiste nell'escludere assolutamente l'uso della morfina. Tale esclusione deve essere lentissima.

Si diminuisce la dose di un milligrammo al giorno in principio: in seguito un po' di più, alla fine cinque milligrammi; se dura, si capisce, molte settimane, molti mesi talvolta. Nel frattempo, si farà, se si crede necessaria, la cura sintomatica dei vari disturbi. Particolarmente da raccomandarsi sono le sistematiche lavature di stomaco.

 

COCAINISMO - Buccelli: Cocainismo e delirio cocainico...

I fenomeni del cocaismo cronico si possono aggruppare sotto i nomi di delirio cocainico e di degenerazione o cachessia o demenza cocainica.

Il primo in generale si sviluppa come episodio sopra il substrato fornito dal secondo. Il cocainista inveterato presenta in genere sintomi psichici simili a quelli del morfinista, e così pure il medesimo stato di cattiva nutrizione e i sintomi organici, midriasi invece di miosi. Le allucinazioni vivaci e la grande eccitabilità danno luogo talvolta ad episodi di esaltamento, in cui il malato manifesta idee deliranti e diventa pericoloso. Fra gli altri sintomi è notevole la frequenza del delirio della gelosia.

La coscienza in generale è assai chiara. Ma un concetto della malattia non esiste mai in questi pazienti. La loro degenerazione morale è più profonda che nei morfinisti e negli alcoolisti, coi quali essi hanno molti punti di analogia.

Molto spesso il cocainismo si associa al morfinismo, nel qual caso, per la cura, si sottrarrà, sempre lentamente, prima l'uno e poi l'altro dei veleni.

 

ALCOOLISMO – Baer, Der alkoholismus, 1878.

L'alcool va annovrato fra le cause più potenti di degenerazione. Assunto nell'organismo, esso diminuiscel'attitudine a raccogliere ed elaborare le impressioni, e facilita, in un primo tempo le manifestazioni espressive psico-motorie; successivamente però esso ha un'azione paralizzante anche sui muscoli. A dose alquanto elevata, molto variabile da individuo a individuo, può produrre stati di esaltazione delirante o di sonnolenza grave, illusioni sensoriali ed altri disturbi transitori, conosciuti sotto il nome di ubbriachezza. L'azione prolungata dell'alcool si rivela essenzialmente in una diminuita resistenza del sistema nervoso e della psiche alle cause morbose e in una modificazione della personalità conosciuta sotto il nome di “alcoolismo cronico”.

Questa degenerazione acquisita ricorda i fenomeni dell'alcoolismo acuto: l'euforia e l'umore allegro si rivelano con una spensieratezza e noncuranza di fronte alle difficoltà della vita e una facilità di parola brillante; indifferenza negli affetti domestici, i quali sono totalmente soppiantati dalla passione per la bettola; in complesso una limitazione dei poteri critici, un prostramento dell'affettività.

Il bevitore inveterato ha anche una serie di disturbi organici (grastriti, nefriti; tremore, andatura incerta, nevralgie, alterazione dei riflessi, diminuita potenza sessuale), che rendono più difficile e ingrata la sua dimora in famiglia. Il delirio di gelosia, così frequenti in tali individui, conduce a maltrattamenti della moglie, e perfino a delitti; nello stesso tempo l'esagerata eccitabilità sessuale, la mancanza di ogni senso di pudore, la sozza volgarità del contegno in genere fanno di essi i più perniciosi fattori di cattiva educazione ai figli.

Sopra tale terreno si svolgono episodi psicopatici gravissimi, che conducono tali individui nei manicomi e questi sono specialmente il “Delirium tremens“ e il delirio alcoolico, propriamente detto paranoia alcoolica: finalmente come stadio terminale abbiamo la “demenza alcoolica”, caratterizzata da fatuità di giudizio e incorreggibilità di alcune idee deliranti, che episodicamente si ripresentano accompagnate da qualche allucinazione, più la persistenza del caratteristico “umore”.

Una serie di allucinazioni vivaci e stranissime dominano la psiche del malato (piccoli animali neri, serpenti, fiere, diavoli,e bicchierini di acquavite; musica, campane, salve di artiglieria), raramente allucinazioni tattili. La coscienza del malato non è per solito del tutta oscura: egli ricorda, dopo, quasi tutto e dice non di rado< veramente io non sapevo se sognavo o se era realtà ciò che vedevo e udivo, vedevo bicchierini di vino e allungavo la mano per prenderli, ma non c'era nulla >, e non di rado ride... Così pure l'irrequietezza, l'insonnia. La quale durata è di pochi giorni, al massimo di due settimane.

Il “Delirio alcoolico sistematizzato può sorgere e svanire acutamente, specie se è legato solo ad allucinazioni acustiche, ma che possono provocare atti pericolosi. L'umore, irritabile sempre da sentirsi perseguitato...

La prognosi di tutte le psicosi alcooliche è, per regola generale, buona. La “delirium tremens”, può essere grave in rapporto alle condizioni generali dell'organismo, lo stato del cuore, dei reni, o dell'infezione specifica eventuale...

La diagnosi di alcoolismo non è sempre facile. Non sempre il viso rosso, gli occhi lucidi, il tremore delle dita, l'alito da alcool, i dolori neuritici sono presenti, e nel caso, sufficienti.

I malati, i più, negheranno sempre di aver bevuto molto.

Il “delirium tremens” si distingue dai deliri febbrili e da collasso per la mancanza di logorrea; e da questi, e da stati epilettici dalle risposte ordinate e conseguenti. Lo speciale umore, il delirio di gelosia, la mancanza di assurdità non motivate, oltre all'anamnesi e al modo di insorgere, fanno distinguere il delirio alcoolico dalla demenza precoce e dalla paranoia.

Con la demenza paralitica il dubbio può essere talvolta insolubile, tanto che si è parlato di una “paralisi progressiva alcoolica”.

Probabilmente si tratta in questi casi di paralisi progressiva svoltasi sopra alcoolisti cronici e dalla demenza paralitica. Sindrome appartenente alle psicosi tossiche specie alcoolismo, è la così detta

“Psicosi polineuritica”, caratterizzata da una speciale debolezza di memoria per le impressioni recenti.

 

FRENASTENIE (Arresti di sviluppo).

 

Oltre le cause comuni con gli altri degenerati, (vale a dire l'eredità grave l'alcoolismo dei genitori, specie l'ebbrezza nel momento della concezione), che può giuocare una parte specialmente importante alle malformazioni craniche, a malattie infettive cerebrali della prima infanzia – che cagionano non di rado l'epilessia con l'arresto dello sviluppo - .

 

Il MANICOMIO.

È il luogo dove si curano e si custodiscono i pazzi pericolosi agli altri, a sé, e di Scandolo Pubblico!

 

- Così succedeva che chi dava fastidio al potere lo rinchiudevano in manicomio

 

Cari lettori solo usando la Riflente ci si realizza nel non impantanarsi nel negativo che primeggia in Società! -

Lorenzo Pontiggia il Poeta marylory

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